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Le emozioni sono parte integrante dell’esperienza di vita, sono una guida che ci aiuta nei continui processi di adattamento all’ambiente fisico e sociale, in situazioni ordinarie e extra-ordinarie.

Avere la capacità di riconoscere, sperimentare, comunicare e autoregolare una vasta gamma di emozioni è una competenza fondamentale nella vita di ciascuno, una competenza trasversale e spendibile nei vari ambiti della vita: lavoro, relazioni intime, vita sociale.

Le emozioni per definizione possono essere considerate elementi psicobiologici, presenti e agenti tanto nella mente quanto nel corpo, esse hanno il potere di condizionare il nostro stato di salute globale, il nostro equilibrio psicofisico e inevitabilmente condizionano la nostra mente, facendole adottare un certo punto di vista o visione delle cose.

Quando le emozioni possono diventare “distruttive” piuttosto che essere una guida nella vita quotidiana?

Un’emozione piò essere considerata “distruttiva” non tanto quando provoca danni evidenti, ma quando esercita il suo potenziale ad un livello più sottile, ovvero quando distorce la percezione della realtà.

Le emozioni distruttive generalmente sono caratterizzate da sottostanti spinte egoistiche e basate su una visione/lettura autocentrata delle situazioni.

Un’emozione distruttiva impedisce alla mente di riconoscere la realtà per quella che è, non permettendone una visione “nitida”. Le emozioni che oscurano una visione chiara della realtà e delle situazioni alla lunga possono limitare la libertà dell’individuo, in quanto finiscono per condizionarne il modo di pensare, parlare e agire, creando circoli viziosi autodistruttivi e auto-sabotanti.

Và precisato che non esistono emozioni distruttive in assoluto, ad esempio l’orgoglio può avere molte facce: ci permette di godere dei propri traguardi, può farci mettere in una posizione di superiorità rispetto agli altri o impedirci di riconoscere i nostri limiti; la gelosia può essere intesa come l’incapacità di gioire della felicità altrui o il sano timore di perdere il proprio oggetto d’amore.

Credo che a ciascuno di noi sia capitato almeno una volta nella vita di sperimentare emozioni talmente forti da sentirsi sopraffatti, da avere la sensazione di perdere il controllo di noi stessi.

Riconoscere la possibilità di essere liberi e capaci di gestire le nostre emozioni è il primo passo per trasformarle e trasformarci interiormente: <<si possono allontanare le nuvole e scoprire che dietro di loro, il sole ha continuato a splendere e il cielo non ha smesso di essere limpido>>.

Prendiamo come esempio la rabbia.

La rabbia è un’emozione di base, essa ha una funzione adattiva importantissima: ci permette di reagire di fronte alle ingiustizie o quando ci viene arrecato un danno, mettendoci nella condizione di non subire torti.

Tuttavia la rabbia può diventare incontenibile, travolgente, come una grossa nube nera, di quelle estive che viste da lontano fanno anche un pò paura. Ma se in quella nube ci entri ti puoi accorgere che non c’è nulla a cui potersi aggrappare, nient’altro che vapore e vento.

Di seguito una semplice strategie per non farsi totalmente travolgere dalle emozioni distruttive: “entrare nella nuvola e osservare come sia fatta di “vapore e vento”. Mentre siamo dentro la nostra emozione possiamo chiederci, osservandola:

“A cosa somiglia questa emozione? Somiglia ad un fuoco che brucia? Ad un masso pesantissimo? Posso sentirla in qualche parte del mio corpo? La sento nella testa? Nella pancia? Nel petto? ha una forma ? E che forma ha? Ha un colore ? “

Se vi capiterà di sperimentare questa semplice strategia, potrete osservare come ad esempio un moto di rabbia forte, travolgente e distruttiva inizierà “dissolversi” davanti ai vostri occhi.

Quando le emozioni diventano antagoniste della nostra quotidianità, del nostro equilibrio psicofisico e della nostra salute e quando sentiamo che invece di essere una guida divengono “una trappola” ricordate che in questi casi è utile chiedere aiuto ad un professionista per ritrovare armonia con Sè stessi e con gli altri.